UN “KOBE” A BUSSANA VECCHIA

Quando il rumore del silenzio ti entra nella pelle. Bussana Vecchia e il suo Kobe.

 

Un Kobe a Bussana Vecchia…

Immaginatevi di svegliarvi un mattino e di aver voglia di fare una gita in Liguria

Liguria per me è sinonimo di molte cose, il mio mare prima di tutto. Mio perchè è proprio li che ho imparato a nuotare, mio perchè abitando in Piemonte è il primo ad accogliermi una volta passato il Turchino, mio perchè in inverno, se volevo passare del tempo con la mia bisnonna, dovevo andare a Nervi e camminare con lei sulla famosa passeggiata sul mare, mio perchè se penso alle fughe domenicali da piccolina con mamma e papà mi ritrovo proprio li, a nuotare nelle acque di Varigotti, di Noli, di Monterosso o di Riomaggiore.

Liguria è sinonimo di tante altre cose, la focaccia, i sassi, le strade strette, i paesini arroccati sulle rocce, la ferrovia che costeggia il mare, i colori pastello delle case, le cinque terre, i sentieri con viste mozzafiato…

Fino a ieri la Liguria per me era tutto questo. Avevo la pretesa di conoscerla benissimo e invece ho scoperto che Liguria può anche essere sinonimo di terremoto

Approfittando del primo timido sole abbiamo pensato di raggiungere Bussana Vecchia.

Bussana Vecchia infatti è un paesino situato sopra a Sanremo. Il 23 febbraio del 1877 venne semidistrutto da un fortissimo terremoto e gli abitanti furono costretti ad abbandonare il paese. Totalmente abbandonato per decenni, ha ricominciato ad essere abitato alla fine del 1950 da artisti italiani e stranieri, attratti dalla particolarità del luogo, che ristrutturarono e resero nuovamente abitabili gli edifici meno danneggiati. Attualmente ospita una comunità internazionale di artisti, con botteghe artigiane ed alcuni punti di ristoro, tanto da essere divenuto, negli anni, un caratteristico “villaggio di artisti” in un’ambientazione da borgo medioevale.

L’atmosfera che si respirava era magica…siamo arrivati alla sera. Le macchine e il caos erano rimasti ai margini del paese. Era tutto buio e i pochi abitanti del posto erano riuniti nel bar della Piazzetta Golosa. Ci hanno invitati a sederci e ci hanno reso partecipi delle loro discussioni. Ognuno di loro aveva una torcia per potersi spostare all’interno del paese, poichè i vicoli non hanno luce.

Ormai era ora di cena e ci siamo spostati al “Ristorante La Casaccia” (leggi le recensioni qui), un ristorante fantastico per chi adora la carne e consigliatissimo dalla gente del posto. All’esterno troverete una grossa griglia sulla quale vengono cotte tutte le pietanze della serata.

Ci siamo seduti in una sala molto rustica e accogliente, deliziati dal profumo della griglia e dalla cordialità del personale.

Abbiamo ordinato delle tagliatelle con la salsiccia e i porri, una salsiccio con patata al cartoccio (eccezionale!!!), un’insalata di finocchio, arance e olive taggiasche e il RE della cucina…un sottofiletto di Wagyulem tipo Kobe.

Questo tipo di carne viene presentata dagli esperti come “Carne amica del colesterolo” nata da un’idea della facoltà di Veterinaria dell’Università di Bologna e dell’azienda di Toscanella di Dozza (BO) Lem Carni spa.

Per maggiori informazioni clicca qui.

Terminata la cena siamo usciti a fare due passi immersi nel buio e nel silenzio assoluto che solo un posto del genere vi può regalare. Vi consiglio, per riuscire davvero a sentirvi parte di questo luogo magico, di affittare una stanza per la notte e di godervi l’assenza di suoni.

Il mattino seguente abbiamo fatto il giro del paese mentre si stava piano piano svegliando …Fantastico. Ogni angolo nascondeva una bottega, una chiesa senza tetto e con le navate piene di erba, un locale con musica jazz, una casa abitata, un parco giochi abbandonato o una mostra di treni in plastico ed un mulo che pascolava su un prato verdissimo.

 

 

Dopo quest’esperienza per me Liguria sarà sinonimo anche di silenzio, buio, calore, rinascita, semplicità e…Kobe!

 

DOLCE ESPERIENZA.

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